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‘Futuro Quotidiano’: le idee per Napoli 2050

Futuro Quotidiano al RAP: prende il via “Futuro Quotidiano”, promosso nell’ambito delle celebrazioni per i 2500 anni dalla fondazione di Neapolis

Un progetto diffuso nato per stimolare un confronto attivo tra generazioni, trasformare la celebrazione della storia in una scelta condivisa di futuro.

Promosso dal Comune di Napoli e dalla Città Metropolitana, Futuro Quotidiano è curato da Laura Valente, direttrice artistica di Napoli 2500 e realizzato dall’organizzazione indipendente KoS – Knowledge of Society, da anni impegnata in pratiche di innovazione civica, cultura partecipativa e coesione sociale

“Futuro Quotidiano” è un percorso civico e culturale che nasce dal desiderio di ancorare i valori costituzionali, incarnati dall’Articolo 9 modificato recentemente e riaffermati nella Dichiarazione ONU per le Future Generazioni, alla dimensione quotidiana della vita urbana, come mappa di appartenenza e guida per l’azione.

Tre le direttrici su cui si sviluppa l’intero progetto: Radici, Visioni, Impegno.

Dalla riscoperta del patrimonio culturale e civile della città (Radici), si passerà alla produzione collettiva di idee e desideri per il futuro (Visioni), fino ad arrivare alla costruzione di un Manifesto per le Future Generazioni di Napoli (Impegno), frutto di un processo partecipativo e intergenerazionale che coinvolgerà scuole, giovani, associazioni, istituzioni e cittadini, anche non residenti.

Napoli diventa così non solo un luogo da ricordare e celebrare ma una storia da riscrivere collettivamente, intrecciando le voci dei giovani con quelle di chi ha animato e custodito il patrimonio culturale della città – storici, artisti, studiosi etc- e residenti che Napoli l’hanno vissuta nelle sue trasformazioni.

Il progetto si sviluppa in due fasi che costituiscono un’esperienza evolutiva: Esplorazione e Attivazione, come premessa all’azione e all’ascolto della città delle nuove generazioni, e Azione, Proposte e Restituzione, come esercizio di responsabilità e di progettazione. Il fine ultimo è raccogliere 2500 idee per la Napoli del 2050, visioni che nascono da un atto di ascolto e memoria, in cui saranno coinvolti tutti gli abitanti e i presidi del Comune nei singoli quartieri (biblioteche etc).

Basandosi su tecniche di narrazione esperienziale e mappature emotive, blog immersivi e narrazioni accessibili tramite QR code in vari punti della città, visual mapping e atlanti digitali, ogni attività è pensata per favorire un contatto diretto con il patrimonio culturale e per esplorare il concetto di cittadinanza attraverso l’incontro tra giovani e mentori culturali, testimoni di una Napoli vissuta e in continua trasformazione.

Molti i laboratori aperti per giovani scrittori, fotografi e video maker ma anche grande spazio a quelli di co-progettazione, ispirati al metodo dell’innovazione partecipativa. Ogni proposta sarà un tassello della visione futura di Napoli, un’idea che nasce dalla collaborazione e si concretizza in un progetto orientato all’inclusione e alla sostenibilità. I giovani, inseriti in team intergenerazionali e con l’aiuto di facilitatori ed esperti, sviluppano proposte pratiche che rispondono ai temi della tutela del patrimonio, dell’urbanistica sostenibile, della rigenerazione creativa, dell’inclusione culturale e sociale attraverso tutti i linguaggi dell’arte. Ogni gruppo elabora una proposta dettagliata, applicando i principi del design thinking per realizzare progetti di forte impatto civico e culturale.

Per sottolineare il legame tra civismo e identità personale e collettiva, ogni partecipante – dopo aver collaborato a una stesura ‘performativa’ della Costituzione Italiana, tradotta in lingua napoletana – sarà protagonista di una ‘restituzione’ pubblica a dicembre: uno spettacolo in cui, assieme ad attori professionisti, i principi fondamentali e la storia della più importante legge dello Stato italiano, diventano racconto teatrale e musicale, strumento concreto di unità e orientamento collettivo e individuale. Un gesto simbolico che racchiude un messaggio profondo: la Costituzione diventa strumento di unità e orientamento collettivo e individuale.

Due, inoltre, avviati all’interno del progetto i percorsi operativi integrati e dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Napoli:

“Tutor Giovani” – rivolto a ragazze e ragazzi dai 18 ai 28 anni, con l’obiettivo di formarli in pratiche partecipative e ascolto territoriale, trasformandoli in “tutor civici” capaci di raccogliere idee e visioni tra i loro coetanei, nei quartieri e nelle scuole.

“Senior” – pensato per cittadini con esperienza, professionisti, ex insegnanti, attivisti e attiviste over 60, a cui si chiede di contribuire con memoria, conoscenza e senso civico alla costruzione del “patrimonio valoriale” della città futura.

Il progetto sarà animato da laboratori pubblici, camminate civiche, interviste, incontri di quartiere e momenti di restituzione pubblica. Tutte le idee e i materiali raccolti saranno custoditi all’interno di una piattaforma digitale, consultabile da tutta la cittadinanza.

“Siamo felici – ha dichiarato Chiara Marciani, assessora alle Politiche Giovanili – che all’interno dei tanti progetti del RAP ci sia spazio per un’iniziativa dedicata ai giovani di questo tipo, che punta al dialogo tra generazioni. Crediamo fortemente nella partecipazione come motore di cambiamento”.

Ha aggiunto Teresa Armato, assessora al Turismo e alle Attività Produttive: “Futuro Quotidiano è un’occasione preziosa per trasformare le visioni dei cittadini in patrimonio collettivo e valore per l’amministrazione. Ascoltare le voci della città è il primo passo per renderla più inclusiva e moderna”.

Laura Valente, direttrice artistica Napoli 2500 conclude: “Celebrare Napoli e il suo futuro è per noi un progetto che si realizza giorno dopo giorno, attraverso le azioni, le scelte e i valori che i cittadini vivono nella propria quotidianità. Ci rivolgiamo ai giovanissimi, assumendoci un impegno verso il futuro: non limitarci a sfruttare un’occasione ma fare in modo che i laboratori all’Albergo dei Poveri diventino una leva generativa di cambiamento”.

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