Presentato lo studio sul Patto per Napoli dell’Osservatorio Economia e Società Napoli. Migliora la riscossione: +166 milioni. 35 milioni in più dall’addizionale Irpef
L’Osservatorio di Economia e Società della città di Napoli, costituito dal Comune con delibera di Giunta n. 476 del 07/12/2023, ha l’obiettivo di elaborare studi e analisi sulle principali dinamiche economiche e sociali della città. L’Osservatorio è coordinato da Gaetano Vecchione (Università Federico II) ed è composto da Salvatore Biondo (IFEL), Paola De Vivo (Università Federico II), Giuseppe Lucio Gaeta (Università L’Orientale), Claudia Gargiulo (Comune di Napoli), Francesco Izzo (Università Federico II), Benedetta Parenti (Università L’Orientale) e Paola Sabadin (Comune di Napoli).
L’Osservatorio opera in sinergia con la struttura dell’Amministrazione, attraverso il coinvolgimento dell’Assessorato al Bilancio, delle Aree Ragioneria ed Entrate, del Gabinetto del Sindaco, dell’Ufficio PNRR e Politiche di coesione avvalendosi, inoltre, della collaborazione scientifica di SVIMEZ – Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno. L’Osservatorio, oltre a curare il suo rapporto annuale che offre una fotografia dell’economia e della società partenopea, pubblica dei focus periodici su temi specifici che riguardano la città di Napoli.
Il 29 marzo 2022 il Comune di Napoli ha siglato con l’allora primo ministro Draghi il “Patto per Napoli”, accedendo così a un contributo finalizzato al riequilibrio finanziario e al rilancio degli investimenti della città. Il Patto è dunque uno strumento di sostegno straordinario cui il Comune ha fatto ricorso nel quadro di un più ampio percorso di risanamento della propria situazione finanziaria. A tre anni dalla sua sottoscrizione, avvalendosi delle informazioni e dei dati ricavabili dalle fonti istituzionali, questo focus propone elementi utili per formulare un più dettagliato bilancio delle attività che il Comune ha realizzato nel triennio 2022-2025.
La legge di bilancio 2021 ha previsto un contributo complessivo di 2,67 miliardi di euro da destinare per gli anni 2022-2042 ai Comuni capoluogo di Città Metropolitana con un disavanzo pro capite superiore a 700 euro (in quel momento Napoli registrava un disavanzo pari a circa 2.300 euro pro capite). In virtù di questa norma, il 29 marzo 2022, il Comune di Napoli ha siglato con l’allora primo ministro Draghi il “Patto per Napoli”, potendo così accedere a un contributo a fondo perduto per il riequilibrio finanziario pari a circa 1,23 miliardi di euro erogati in tranche annuali fino al 2042. Il Patto è uno strumento di sostegno finanziario straordinario cui il Comune ha fatto ricorso nel quadro di un più ampio percorso di risanamento della propria situazione finanziaria.
Dal 2012, infatti, il Comune si trova, ai sensi della normativa relativa agli enti locali, in condizione di predissesto finanziario. Al fine di evitare il dissesto – che implica gestione commissariale, blocco dell’operatività e dei pagamenti, con conseguente danno per la città – e mantenere invece la gestione finanziaria in capo all’organo politico-amministrativo, nel 2013 il Comune ha elaborato un Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale ha conosciuto una rimodulazione nel 2018 a seguito delle valutazioni espresse dalla Corte dei Conti e altri organi competenti attivi in seno al Ministero dell’Interno. L’approvazione del Patto per Napoli integra il Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale del 2018, che il Patto affianca e sostiene, rafforzandone la sostenibilità.
Infatti, il contributo acquisito grazie al Patto permette alle casse comunali di dare seguito agli impegni previsti dal Piano di Riequilibrio, concretizzando una graduale riduzione dell’esposizione debitoria dell’amministrazione, senza tuttavia compromettere le risorse destinate alla spesa pubblica per i cittadini, ovvero alla fornitura dei servizi essenziali.
L’accesso al contributo previsto dal Patto è vincolato al rispetto di una serie di condizionalità che rappresentano una parte essenziale dell’accordo tra Stato e Comune perché disegnano i contorni del programma di lavoro che l’amministrazione è chiamata a realizzare.
Si tratta di impegni assunti dal Comune che riguardano l’incremento della capacità di riscossione tributaria, la razionalizzazione e l’efficientamento delle società partecipate, la valorizzazione del patrimonio immobiliare, la riorganizzazione della macchina amministrativa e la digitalizzazione dei processi. In aggiunta, il Comune ha assunto l’impegno, valido per tutto il periodo in cui risulterà beneficiario del contributo, a destinare al ripiano del proprio disavanzo e al rimborso dei propri debiti finanziari risorse proprie in ammontare pari ad almeno un quarto del contributo annuo ricevuto.
Il Piano di Riequilibrio attualmente in vigore ha un orizzonte temporale che dura fino al 2032, durante il quale il Comune rimarrà in stato di pre-dissesto. Invece, dal 2033 al 2043 è previsto il riequilibrio in bonis, e cioè in un regime di gestione ordinaria. Durante tutto questo arco temporale il Comune è chiamato a destinare al ripiano del proprio disavanzo risorse che ammontano a 175 milioni di euro per anno fino al 2030, a 79 milioni per anno nel 2031 e 2032, a circa 42 milioni dal 2033 fino al termine del periodo.
Le erogazioni dello Stato previste nell’ambito del Patto, iniziate nel 2022, si protrarranno sino al 2042 secondo uno schema che ha previsto nei primi quattro anni, tra il 2022 e il 2025, l’erogazione di 440 milioni di euro, corrispondenti a circa il 36 per cento del contributo complessivo. A partire dal 2026, però, il sostegno sarà di “soli” 46 milioni di euro. Al fine di continuare a garantire adeguati livelli di spesa pubblica per servizi, sarà quindi cruciale per la città attivare nuove risorse attraverso la riscossione e nuovi progetti di investimento.
I dati che l’Assessore al Bilancio ha illustrato il 29 gennaio 2025 in occasione della presentazione del bilancio preventivo 2025-2027 suggeriscono che i risultati conseguiti in questo primo scorcio di operatività del Patto sono stati rilevanti. L’esposizione finanziaria complessiva del Comune è scesa dai circa 5 miliardi registrati al 31 dicembre 2021 ai circa 3,9 miliardi al 31 dicembre 2024.
Tale riduzione, pari a circa 1,1 miliardi, è imputabile sia alla riduzione del disavanzo, passato da 2,2 miliardi a 1,6 miliardi, con una riduzione di circa 550 milioni, sia alla riduzione del debito finanziario (parte in conto capitale e in conto interessi) che è passato da 2,8 a 2,2 miliardi, con una riduzione di circa 600 milioni di euro.
Le pagine che seguono propongono elementi utili per formulare un più dettagliato bilancio delle attività che il Comune ha realizzato e dovrà realizzare nel quadro del Patto.
La struttura finanziaria del Patto per Napoli
Un cronoprogramma dettagliato quantifica, per ciascun anno tra il 2022 e il 2042, gli apporti finanziari previsti dal Patto. È quindi possibile specificare per ogni anno l’entità del contributo straordinario a carico dello Stato e quella delle risorse che, in parallelo, dovranno essere conferite dal Comune di Napoli, entrambi con l’obiettivo di perseguire il riequilibrio finanziario dell’ente.
Nella definizione del cronoprogramma, è stata adottata una scelta strategica volta a concentrare circa una buona fetta del contributo statale complessivo (il 36 per cento del totale) negli anni immediatamente successivi alla stipula del Patto (2022-2025). L’obiettivo era rendere disponibili da subito risorse utili per rafforzare la macchina amministrativa comunale, assumendo nuovo personale e agevolando la pianificazione e realizzazione di azioni in grado di migliorare le performance nella riscossione dei tributi e la valorizzazione del patrimonio.
Dunque, negli anni tra il 2022 e il 2025 il contributo medio annuo garantito dallo Stato nel quadro del Patto si è assestato intorno ai 110 milioni di euro, con un picco nel 2024 quando si sono raggiunti i 150 milioni di euro. Invece, nel periodo successivo (2026-2042) questo contributo medio sarà pari a circa 46 milioni.
Questa riduzione del contributo statale implicherà, dal 2026, un aumento dell’impegno a carico del Comune. Se nel primo periodo di operatività del Patto (2022-2025), il Comune ha ogni anno contribuito al riequilibrio della propria condizione finanziaria con risorse aggiuntive in media pari a 27 milioni di euro, nel periodo 2026-2042 questo contributo medio annuale dovrà incrementarsi fino a 40 milioni circa. È importante segnalare che, stando alle condizioni previste dal Patto, il Comune ha voluto incrementare la quota di risorse di sua spettanza che è di fatto superiore al quarto delle risorse statali che avrebbero determinato per lo stesso periodo 2026-2042 un apporto medio annuo di circa 12 milioni. Dal 2026, quindi, inizierà una nuova fase nella quale il contributo statale continuerà a essere cospicuo e indispensabile ma il riequilibrio della condizione finanziaria richiederà al Comune uno sforzo finanziario via via maggiore rispetto a quanto si è osservato con i primi tre anni di esordio del Patto.
Si è pianificato che le risorse che il Comune dovrà investire per il riequilibrio derivano da attività che riguardano la gestione del patrimonio e la riscossione dei tributi.
Per ciò che attiene alla riscossione, il Comune prevede di incassare in media circa 35 milioni di euro aggiuntivi all’anno tra incremento dell’addizionale IRPEF, incremento dell’addizionale aeroportuale e miglioramento della riscossione dei tributi. Dall’incremento dell’addizionale IRPEF ci si attende, in media, circa 14 milioni di euro di nuovo gettito l’anno. Si tratta di una misura che grava per intero sui redditi dei cittadini che hanno visto aumentare l’addizionale comunale IRPEF di 0,2 punti percentuali a partire dal 2024. Dall’incremento dell’addizionale aeroportuale ci si attendono, invece, 9,5 milioni all’anno in media. È ragionevole immaginare che una buona parte di questo nuovo gettito venga prodotto dal rilevante numero di turisti in arrivo in città da altri luoghi. Oltre che su costoro, la misura graverà solo su quella parte di cittadini napoletani che si avvalgono dei servizi aeroportuali per i propri spostamenti. Infine, 11 milioni di euro all’anno sono attesi dal miglioramento delle capacità di riscossione dei tributi già esistenti.
Per ciò che riguarda il patrimonio, nel cronoprogramma del Patto prevede il solo contributo derivante dall’incremento dei canoni dei contratti in concessione e locazione e dalla riduzione dei fitti passivi per un importo medio annuo, rispettivamente, di circa 750mila e 780mila euro.
Monitoraggio del Patto per Napoli
I primi due punti del Patto prevedono il miglioramento della riscossione ordinaria e l’assegnazione della riscossione coattiva a società specializzate. Le azioni relative alla riscossione nell’ambito del Patto sono strettamente legate all’affidamento in concessione realizzato attraverso un progetto di partenariato pubblico-privato. Nel giugno del 2023 il Comune di Napoli ha sottoscritto un contratto con Napoli Obiettivo Valore S.r.l., società di scopo costituita da Municipia S.p.A., che si è aggiudicata la gara per il nuovo concessionario della riscossione. Napoli Obiettivo Valore (NOV) è divenuta operativa alla fine del 2023 incaricata, come da contratto, ad emettere avvisi di accertamento IMU e TARI, nonché atti relativi alla riscossione coattiva per conto del Comune di Napoli.
A decorrere dall’estate 2023, dunque, il Comune ha smesso di inviare all’Agenzia delle Entrate-Riscossione i carichi tributari da riscuotere la cui gestione è stata trasferita al nuovo concessionario NOV. Pur rimanendo in capo al Comune la gestione della riscossione ordinaria, da circa due anni è NOV a occuparsi delle attività che riguardano gli accertamenti TARI e IMU e l’invio dei relativi avvisi.
La nuova organizzazione del lavoro mira prioritariamente a una significativa riduzione dei tempi necessari per completare il processo di riscossione. L’Ufficio Entrate del Comune stima che il processo di riscossione che con il vecchio modello organizzativo richiedeva 10 o più anni per essere ultimato, avrebbe oggi una durata massima di 4-5 anni. Inoltre, la riorganizzazione persegue l’obiettivo di incrementare il gettito derivante dalla riscossione coattiva, grazie all’adozione da parte di NOV di procedure più tempestive ed efficienti.
Per quanto riguarda l’attività di riscossione coattiva, nei pochi mesi di attività del 2023, e relativamente a tutto l’anno 2024 e fino al 31 marzo 2025, NOV ha raccolto complessivamente circa 166 milioni di euro di cui 90 già incassati e 76 da incassare con rate distribuite nel tempo. L’80 per cento dei contribuenti sta regolarmente onorando le scadenze previste.
Incremento dell’addizionale comunale IRPEF
A seguito degli accordi previsti nell’ambito del Patto, il Comune si è impegnato ad incrementare l’addizionale comunale IRPEF. Fino al 2022 l’aliquota dell’addizionale IRPEF era pari a 0,8 per cento con esenzione per i contribuenti con fascia di reddito inferiore a 8.000 euro. A partire dal 2023 l’aliquota è stata incrementata allo 0,9 per cento e nel 2024 all’1 per cento; per tutti e due gli anni la fascia di esenzione è stata innalzata a 12.000 euro.
L’incremento va dai 123 euro registrati per il contribuente del quartiere Posillipo ai 43 euro del contribuente residente a Forcella-Borgo Sant’Antonio Abate. A fronte dei 77 milioni di gettito da addizionale IRPEF incassati nel 2022, il Comune ha incassato 80 milioni di euro nel 2023, 106 nel 2024 e stima di incassarne 107 nel 2025. L’impegno programmato nel Patto prevede, rispetto all’anno base 2022, un incremento di 5,9 milioni nel 2023 e di 15,6 milioni di euro negli anni tra il 2024 e il 2042.
Addizionale comunale sui diritti di imbarco aeroportuale
L’addizionale comunale sui diritti di imbarco di passeggeri sugli aeromobili è una tassa applicata ai passeggeri in partenza dagli aeroporti italiani, il cui importo varia tra i 6,5 e i 9 euro a seconda della città. Con la deliberazione del Consiglio Comunale n. 90 del 28/12/2022, il Comune ha istituito l’addizionale comunale sui diritti di imbarco aeroportuale.
La misura è stata oggetto di un contenzioso amministrativo promosso dalla società di gestione dell’aeroporto di Napoli (GESAC spa) e dall’Associazione Italiana Compagnie Aeree Low Fares (Aicalf). Con sentenza n. 7176/23 del 27/12/2023, il TAR Campania ha respinto il ricorso volto all’annullamento della deliberazione del Consiglio Comunale di istituzione della addizionale comunale sui diritti di imbarco di euro 2,00 per passeggero per i voli in partenza dall’Aeroporto di Napoli Capodichino, giustificando la ragionevolezza della misura.
Dunque, a partire dal 4 Aprile 2023, l’addizionale comunale sui diritti di imbarco aereoportuale nel caso dell’Aeroporto di Napoli ammonta a 8,5 euro ed è così ripartita: 5 euro per l’INPS, 1 euro per l’ENAV, 0,5 centesimi di euro per il servizio antincendio dell’aeroporto e 2 euro per il Comune di Napoli.
Valorizzazione e alienazione del patrimonio pubblico
La valorizzazione e l’alienazione del patrimonio pubblico sono due strategie di gestione dei beni dello Stato e degli enti pubblici. La prima consiste nell’uso efficiente del patrimonio pubblico per generare benefici economici, sociali e culturali. La seconda implica la cessione di beni pubblici a soggetti privati o altri enti pubblici.
Il Comune di Napoli possiede un vasto patrimonio immobiliare, che comprende edilizia abitativa, edifici storici, beni demaniali, ex strutture pubbliche e terreni. Per ottimizzarne la gestione e affrontare le difficoltà finanziarie, l’amministrazione adotta entrambe le strategie.
Con delibera della Giunta Comunale n.598 del 16.12.2024 si è dato avvio al procedimento di conferimento di n.6 immobili comunali nonché alla vendita di n. 3 caserme al Fondo immobiliare i3-SVILUPPO ITALIA “Comparto Napoli” gestito da INVIMIT SGR. Il valore di conferimento è stato deliberato pari a 41,21 milioni di euro, di cui l’amministrazione comunale ha ricevuto il 30 per cento circa in danaro e il restante 70 per cento sotto forma di quote del fondo.
Riduzione dei fitti passivi
Il Comune di Napoli ha intrapreso un piano strategico per la riduzione dei fitti passivi, mirato a ottimizzare l’utilizzo del patrimonio immobiliare comunale e a conseguire significativi risparmi finanziari. Questo piano prevede il trasferimento degli uffici comunali e delle società partecipate in edifici di proprietà comunale, eliminando così i costi legati ai canoni di locazione verso terzi.
Le fonti menzionano che l’operazione di dismissione ha riguardato complessivamente 22 unità di diverse tipologie di immobili. La dismissione può aver riguardato sia l’intero immobile sia solo una parte di esso.
Razionalizzazione del sistema delle partecipate
Il sistema delle società partecipate del Comune di Napoli è una galassia molto ampia che necessita di essere valorizzata e rilanciata. L’azione di riordino del sistema delle partecipate è parte integrante del Patto per Napoli. Il Comune intende perseguire obiettivi di riorganizzazione senza esuberi di personale. Il piano definitivo deve essere presentato entro giugno 2025.
La più rilevante azione di razionalizzazione delle partecipate riguarda le società Napoli Servizi S.p.A. e Napoli Holding Srl, che detengono funzioni gestionali cruciali per il buon funzionamento della macchina comunale.
Incremento dei pagamenti per investimenti nel periodo 2022-2026
Tale misura mira a realizzare un incremento degli investimenti anche attraverso l’utilizzo dei fondi del PNRR, del Fondo complementare e degli altri fondi nazionali e comunitari.
La media dei pagamenti del triennio 2019/2021 è stata di 267 milioni. Per il quinquennio 2022-2026, le risorse complessive tra PNRR, fondo complementare e altri fondi nazionali e comunitari sono stimate in circa 2 miliardi di euro. La misura prevede quindi il raggiungimento di un incremento pari ad almeno il 5 per cento.
Altre misure: tempi di pagamento e transazioni dei debiti commerciali pregressi
La prima riguarda l’abbattimento dei tempi di pagamento dei fornitori, che si è ridotta del 70 per cento passando dai 99 giorni del 2021 ai 30 del 2024. Un’ulteriore azione riguarda la definizione transattiva dei debiti commerciali certi, liquidi ed esigibili al 31/12/2020.
Conclusione
Il lavoro di monitoraggio sulla capacità del Comune di implementare il Patto è svolto dalla Commissione per la Stabilità Finanziaria degli Enti locali (COSFEL). La COSFEL ha consegnato al Comune la relazione relativa all’attuazione delle misure indicate nel Patto, riscontrando il conseguimento di tutti gli obiettivi prefissati.